
L’AREA ARCHEOLOGICA DI S.MARCO A ROTA ABBANDONATA: GLI SCAVI NON SONO MAI INIZIATI!
1 Novembre 2022
Nel finanziamento regionale a fondo perduto di 3.800.000 euro che l’Amministrazione di Giovanni Romano riuscì ad ottenere nel 2015 dalla Regione per il Parco del Castello, oltre 500.000 euro furono destinati agli scavi e alla riqualificazione dell’area di S.Marco a Rota a Curteri.
Si tratta di un sito archeologico di rilevante importanza per la storia regionale trattandosi dell’ubicazione del rotaticum, stazione di pedaggio romana da cui deriva anche l’antico nome di S.Severino Rota.
Gli scavi archeologici erano stati ripetutamente richiesti dagli studiosi dell’Università di Salerno e dagli storici locali e l’Amministrazione di allora si attivò per dare risposte coerenti con un piano complessivo di valorizzazione del patrimonio storico e culturale della Comunità.
L’attuale Dis-Amministrazione, nel marzo del 2020 finalmente completò la fase di gara assegnando i lavori all’impresa Samoa Restauri s.r.l. per l’importo contrattuale di € 511.692,89.
In base al contratto, l’appaltatore avrebbe dovuto completare i lavori entro 140 giorni dalla data di consegna e, quindi, entro la fine dell’estate 2020.
Ad oggi, nonostante siano stati conferiti incarichi tecnici per oltre 50.000 euro, i lavori non sono mai iniziati!
L’area archeologica è desolatamente abbandonata, infestata di vegetazione e di rifiuti, con uno sbiadito cartello informativo privo delle date di consegna e di ultimazione dei lavori.
Ma c’è di più!
Anche se le attività non sono mai iniziate, la Dis-Amministrazione nel maggio del 2020 affidò un incarico di fornitura di attrezzature informatiche per la realizzazione di una sala conferenze, aree multimediali, aree videosorvegliate con collegamento alla Polizia Municipale e realizzazione dell’impianto elettrico ad un’impresa locale per oltre 80.000 euro.
A cosa sono servite queste attrezzature se i lavori non sono mai iniziati? Dove sarebbe questa sala conferenze? Dove sono finite le forniture effettuate?
Per avere risposte a queste e ad altre domande abbiamo presentato un’interrogazione (che pubblichiamo).
Innanzitutto, perché anche in questo contratto con l’impresa appaltatrice, come quello riguardante il restauro del Castello, non vi è uno specifico articolo che stabilisca le penali in caso di ritardo rispetto alla data contrattuale di ultimazione dei lavori.
Stando alle vigenti norme e alla consolidata giurisprudenza in materia, quindi, mancando nel contratto una specifica previsione di penale, il Comune non può rivalersi sull’impresa.
Ma addirittura non sappiamo neppure che i lavori sono stati effettivamente consegnati all’impresa per farli iniziare.
Vogliamo conoscere le ragioni di questo ingiustificato ed imbarazzante ritardo, vogliamo sapere perché è stato sottoscritto un contratto senza la clausola delle penali, vogliamo sapere perché tanta fretta per acquistare attrezzature informatiche e materiali di videosorveglianza visto che l’intervento non si è realizzato e vogliamo conoscere cosa la Dis-Amministrazione intende fare dopo due anni di totale inerzia.
Consapevoli di dare “fastidio”, aspettiamo risposte…
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